Mesi fa, nella colorata effervescenza di Vinitaly 2014, tra le tante degustazioni fatte alcune avevano suscitato in noi vibrazioni particolari, lasciandoci una scia di curiosità degna di essere soddisfatta, approfondendo la conoscenza di vini e cantine.

Tra queste, nel padiglione dedicato al Piemonte, l’azienda Mauro Molino.In quella occasione fu il figlio Matteo ad introdurci nella produzione dell’azienda, un incontro che si concluse con un “arrivederci”.

Dando seguito a quel saluto, siamo andati a trovare Matteo e la sua famiglia in quel di La Morra, più precisamente in frazione Annunziata.

Ma facciamo un piccolo passo indietro…

La terra del Barolo, si sa , offre molti spunti e tante variabili nonostante le sue ridotte dimensioni.

Nel nostro enologico peregrinare volevamo segnare un punto rosso ben preciso su un angolo cui madre natura ha dedicato senza dubbio un occhio di riguardo: la frazione “Annunziata” in territorio di La Morra.

Ci troviamo ad una altitudine variabile tra i 220/280 metri slm, sulla strada che si inerpica sino agli oltre 500 metri del centro di La Morra, distante 3 km.

La storia che accompagna questa località merita una menzione.

Questo, infatti, pare essere il luogo dove si stabilirono i primi abitanti di La Morra, quando l’eremo che oggi la costituisce, era ancora solo alberi ed arbusti.

Vi troviamo l’antica Abbazia dell’Annunziata, abitata un tempo da monaci Benedettini, uno tra i monumenti più importanti della zona e sede dell’interessante Museo Ratti dei vini d’Alba, con una collezione ben curata di strumenti e racconti di vino, cui Renato Ratti ( uno dei massimi rappresentanti del Barolo di La Morra) ha dedicato la sua sapiente esperienza.

Arborina, Brunate, Cerequio, Conca dell’Annunziata, Monfalletto, La Serra, Roncaglie, Gattera, Gancia e Luciani sono solo alcuni tra i CRU più rinomati di zona.

Siamo in pieno territorio Tortoriano, dove il Barolo si presenta tendelziamente più elegante e meno alcolico, o semplicemente dotato di maggior immediatezza, rispetto ai fratelli che dimorano su terreno Elveziano più austeri e vocati ad un maggiore invecchiamento.

La zona dell’Annunziata nel tempo è stata sede di una processo di valorizzazione dei singoli Cru con i produttori impegnati a far emergere le caratteristiche peculiari di ogni singolo vigneto e di renderne riconoscibili le specifiche caratteristiche.

Il Barolo prodotto in zona ’Annunziata, si distacca per certi versi dalle tipicità riconosciute nei Baroli di tortoriana dimora, evidenziando, rispetto a quest’ultimi, una maggiore vocazione all’invecchiamento, frutto di una struttura superiore.

Tutto ciò mantenendo, comunque, quelle caratteristiche di eleganza e finezza tipiche del Barolo su terreno tortoniano.

Proprio tra queste colline colloca le sue recenti radici la realtà oggetto della nostra visita: l’azienda Mauro Molino, con una superficie vitata di circa 13 ha dedicati per metà alla produzione di Barolo tra cui spiccano due dei maggiori CRU di zona, Barolo Bricco Luciani e Barolo Conca.

La produzione è variegata con un ventaglio di proposte piuttosto ampio che trova il suo culmine nel Barolo Conca, prodotto nel medesimo vigneto con esposizione a Sud/SE ed una produzione di 2900 bottiglie. E’ questo anche il primo vino prodotto da Mauro Molino nel 1982, anno di nascita ufficiale di questa azienda a conduzione familiare. Oggi a supportare il fondatore sono i due figli Matteo e Martina, giovani cui la preparazione e il rispetto della tradizione non fa certo difetto.

E’questa un’azienda che esprime nitidamente le caratteristiche del territorio e rappresenta un esempio calzante delle produzioni di qualità dell’Annunziata.

Ad accompagnarci in tutta la visita sarà Martina, con la quale dapprima apprezziamo il collocamento dei vitigni che circondano la cantina, scrutandone giaciture ed esposizioni mentre la nostra guida ce ne racconta brevemente la storia e le peculiarità.

La posizione della struttura è assolutamente privilegiata, potendo contare su quattro lati di visibilità. Le vigne sono sempre affascinanti ai nostri occhi, ma poter collocare nella nostra memoria la foto del “vigna conca”suscita, inutile nasconderlo, un’emozione particolare.

Può sembrare esagerato o sopra le righe, ma capita non di rado di emozionarsi alla vista di un vitigno, specie se su di Lui tanto si è letto e fantasticato.

La stessa emozione che si prova nel fluttuare nel mare verde delle langhe estive: impossibile non provare un sussulto.

Saziata la vista e la nostra curiosità, soddisfatta pazientemente dalla garbata Martina, ci spostiamo nei sotterranei dell’azienda , dove possiamo apprezzare le strutture e le linee di produzione con le sue 80.000 bottiglie/anno. Un ambiente pulito ed ordinato, curato nella sua razionale essenzialità.

E’questa un’azienda che fa del mercato estero il suo maggior business. Esporta in tutto il mondo con un occhio di riguardo agli Stati Uniti. L’Italia è, paradossalmente, un mercato meno importante nell’economia di questa realtà.

La produzione aziendale è, come anticipato, dedicata per metà alla conduzione di uve Nebbiolo per Barolo, interpretato attraverso cinque espressioni, dal Barolo base al “Gallinotto”, “Bricco Luciani”, “Conca” e “La Serra”.

Il“Conca” rappresenta il momento più alto di questa produzione, proveniendo dal medesimo vigneto ne vuole rappresentare la spiccata tipicità. Un CRU celebre (250m slm), che per la forma “a conca” gode di un microclima ideale. Elegante e già equilibrato nella versione 2009, il “Barolo Vigna Conca” colpisce per la nitidezza già spiccata dei profumi, ben individuabili i varietali nella loro percezione, e per una pulizia ed una progressione in bocca anche nei tannini degna di annate con molti più anni alle spalle. Bella speziatura, grande persistenza e longevità evidente .Se si ha la pazienza di attendere senza cedere in tentazioni questo è un vino che tra qualche tempo è in grado di regalare emozioni ancora maggiori.

Altrettanto interessante troviamo l’interpretazione della Barbera d’Alba di Molino nella versione “Le Gattere”,anche in questo caso dall’omonimo vitigno. Siamo in presenza di un altro esempio di tipicità, di interpretazione del territorio secondo tradizione.

Un vigneto di oltre quaranta anni su terreno calcareo-argilloso ed esposizione a Sud/Sud-est.

Effettua maturazione in barriques francesi per 18 mesi ed affinamento in bottiglia per 4 mesi, per una produzione di circa 3500 bottiglie/anno.

Di color rubino vivo, il naso è caratterizzato da intensi sentori di frutti rossi, mora, ribes su tutti e da un floreale piuttosto percettibile di rosa. Ma è alla gustativa che “le Gattere”lascia il segno, presentandosi corposo, pieno, quasi denso. Riempie il sorso e invita al successivo, elegante nella sua vivida freschezza sempre in equilibrio, mai scomposta. Tannini ben integrati e sottili, chiusura pulita con bella persistenza.

Conclusa la degustazione la visita si chiude con i saluti di rito. Ci congediamo non senza i complimenti e gli auguri reciproci, con una certezza nella mente: sentiremo parlare di questa azienda, si accettano scommesse.