Partiamo dagli anni 1970 quando la famiglia Zingarelli, dopo aver prodotto con enorme successo il film “Lo chiamavano Trinità” ed il suo sequel; decisero di ampliare i propri confini acquisendo Rocca delle Macie.

Dopo circa 45 ci troviamo nella splendida cornice del ristorante Pipero per ripercorrere questa storia, con 8 calici simboli di un percorso enologico.

Partiamo  con le prima due annate (1986 e 1988), figlie ancora di un modo di far vino che poco dopo è stato reso diverso dall’ arrivo di nuovo enologi.
I vini risultano esser ancora molto “beverini” e comunque di gradevole impatto nonostante gli anni trascorsi.

Passiamo poi ad un secondo duetto (1995 e 2001) dove la mano esperta iniziare a dare i suoi frutti nel gusto e nella piacevolezza del vino stesso.
L’ aggiunta di vitigni, anche se in minima parte (massima percentuale totale è del 15%),  li ha resi più morbidi e setosi, conferendo anche una piacevole tonalità di colore che gli anni non sembrano aver intaccato in maniera importante.

8 Calici, la storia di una famiglia che con passione si è dedicata al mondo enologico, cambiando direzione, perseguendo un’ idea ma 
tenendo sempre ben in mente un filo conduttore che si ritrova ampiamente nei bicchieri

Il pranzo proposto da Pipero in abbinamento è un susseguirsi di emozioni gustative elaborate dallo Chef Ciro Scamardella

Abbiamo iniziato con un aperitivo con 3 piccole entree:
Un cracker con mayonese e bottarga

Un croccante di maiale

ed infine un amuse bouche di pane cinese ripieno di coda alla vaccinara…un connubio delizioso

Passiamo poi alla prima portata, ovvero ceci, nocciole e funghi

I funghi shitake e le nocciole, sul fondo sul piatto si combinano alla perfezione…nella foto manca però la focaccia cotta sia alla brace che al forno con la quale Pipero ci “obbliga” a fare la scarpetta.
Passiamo poi alla seconda portata: genovese di polpo in raviolo.
Non ci saremmo mai aspettati di abbinare un Sangiovese con un piatto del genere ma il risultato è perfetto. 

e come portata principale ritorniamo ad un più consueto manzo ma con cavolo e ginepro

Le gocce di gelatine al gin sono il trait d’union del piatto:sensazione finale di freschezza e leggerezza 
Concludiamo il pranzo con un dessert: mandorla, lychee e rosa